1971
Citato in Riccioni (1974).
Citato in Riccioni (1974).
Citato in Riccioni (1974).
Citato in Riccioni (1974).
Citato in Riccioni (1974).
Citato in Riccioni (1974).
Citato in Riccioni (1974).
Citato in Riccioni (1974).
Citato in Riccioni (1974).
Il riferimento è all’opera teatrale sul priore. Citato in Riccioni (1974).
Citato in Riccioni (1974).
Citato in Riccioni (1974).
Recensione all’epistolario curato da Gesualdi, citata in Riccioni (1974).
Citato in Riccioni (1974).
Citato in Riccioni (1974).
Si tratta della richiesta -rimasta però inascoltata- del regista francese Maurice Cloche a Milani di scrivere per lui la sceneggiatura di un film sulla vita di Gesù. Questo faceva seguito ad una lettera del priore, del 15 febbraio 1952, nella quale egli proponeva al regista di realizzare appunto un film dal titolo Vita di Gesù. Citato in Fallaci (1974) e in Riccioni (1974).
Il riferimento a Milani è in una conversazione con una insegnante di scuola media "che ha conosciuto e studiato l’esperienza di Barbiana". Quella di Milani era "molto più una famiglia che una scuola […] faceva entrare tutta la vita nella sua scuola".
Citato in Riccioni (1974).
Citato in Riccioni (1974).
Articolo citato nello schedario del Centro di Documentazione "Don Milani" di Vicchio.
L’articolo è citato in Cristofanelli (1975).
Recensione dell’epistolario curato da Gesualdi, citata in Riccioni (1974) e in L. Stecca (1981).
Un lungo articolo (preceduto da una presentazione di Nesi della terza serie dei Quaderni di Corea) in cui si afferma che Lettera a una professoressa "ha avuto una tiratura favolosa per un libro in Italia, ma è stata interpretata dalla più gran parte del mondo insegnante […] come un atto di disistima verso la classe docente; mentre era, in fondo, l’unico atto d’amore verso una classe docente".
Citato in Riccioni (1974).
L’autore riconosce in Milani "le due indissociabili componenti dell’impegno religioso e civile […] egli è esemplarmente scomodo. Nessuno, oggi, se ne può appropriare, con facilità, né per trovare sostegno al ribellismo particolare, né per canonizzarlo post mortem, (in opposizione ai contestatori) dopo avergli dato l’ostracismo quando era vivo".
L’articolo è citato in Cristofanelli (1975).
Citato in Lunardi (1971).
Citato in Lunardi (1971).
Il frate francescano Fabbretti chiede a don Bensi se ritenesse Milani un santo, ricevendone una risposta abbastanza ironica. Inoltre si parla della vicenda del libro Esperienze pastorali e delle reazione che esso provocò negli ambienti del Sant’Uffizio Padre Bensi narra anche come avvenne il suo primo incontro con don Milani: "Capii di aver davanti un uomo molto diverso da tutti quelli conosciuti fino allora". L’intervista è inserita in Fabbretti (1972).
Citato in Riccioni (1974).
Si sostiene qui che "quello di Don Milani è un modo di agire che ogni cattolico deve respingere perché basato su un autoritarismo avulso dai tempi, sorpassato, antistorico […] l’esperienza della scuola di Barbiana non ci tocca: è improntata a una demagogia e ad un autoritarismo che non deve contaminare i credenti".
Testimonianze raccolte nel corso di un’inchiesta giornalistica avente per oggetto il cardinale Florit, che l’autrice definisce "uno studioso da biblioteca", un uomo affiancato all’anziano Dalla Costa dal cardinale Ottaviani per coadiuvarlo e tener informato degli avvenimenti della diocesi fiorentina lo stesso Ottaviani. Ricorda che una volta Florit andò a Barbiana e parlò con Milani per ore, ma "alla fine era come se non si fossero nemmeno rivolti la parola". Citato in Riccioni (1974).
L’articolo è citato in Cristofanelli (1975).
Si dà notizia della trasmissione di Enzo Biagi, (con intervista a monsignor Bensi) dal titolo III B - Facciamo l’appello, trasmessa dalla RAI il 20 luglio.
Citato in Riccioni (1974).
Citato in Lunardi (1971).
Citato in Lunardi (1971).
L’articolo è citato in Cristofanelli (1975).
Ne dà notizia Cristofanelli (1975, pag. 257).
Citato in Lunardi (1971).
Citato in Lunardi (1971).
Il testo della conversazione è riportato in appendice a Cristofanelli (1975), alle pagine 227-233. Qui Lodi ricorda l’incontro con Milani a Barbiana (dove lo accompagnò Giorgio Pecorini) nell’agosto del ’63, ed un colloquio col priore in cui egli spiegò la differenza tra l’idea sua di scuola e quella che aveva Milani; Lodi afferma anche come Lettera a una professoressa porti l’impronta delle indicazioni e delle critiche che Milani ricevette in quella occasione.
Citato in Riccioni (1974) ed in Cristofanelli (1975). Con un titolo analogo, l’articolo fu pubblicato anche da Paese Sera, lo stesso giorno.
Citato in Riccioni (1974).
Citato in Lunardi (1971).
L’articolo è citato in Cristofanelli (1975).
Recensione all’epistolario curato da M. Gesualdi.
-Ą-
Viene qui ripubblicato, alle pagine 140-142, l’articolo Don Milani, 26 giugno 1967, già apparso in Testimonianze, n° 95, 1967.
L’autore dedica a don Milani le pagine 54-68, scrivendo tra l’altro che "nonostante queste utopie di pestalozziana memoria, la scuola di Lorenzo Milani saprà essere un punto di partenza e di risveglio ai problemi della nostra epoca per tanti giovani". L’opera è reperibile presso il Centro "Don Lorenzo Milani" di Vicchio.
In questa monografia gli autori riportano, tra l’altro, le opinioni di don Milani sul fatto che i fedeli abbiano il dovere di mantenere i propri sacerdoti, i quali non devono invece fare "mercato", ad esempio delle messe in suffragio. Il saggio relativo a Milani venne poi ripubblicato sul numero del 31 gennaio 1972 di Belfagor. A detta di G. Miccoli (1981), questo saggio è uno dei migliori esistenti su don Milani.
Viene qui ripubblicato, alle pagine indicate, l’articolo La rivoluzione di don Milani, già apparso su La Stampa.
Questo opuscolo, pubblicato nella terza serie dei Quaderni di Corea, riporta le due relazioni tenute da Meucci e Nesi il 10 marzo nell’aula di Istologia dell’Università di Bologna, e l’acceso dibattito che ne ebbe seguito. Sono qui pubblicate anche tre lettere inedite di Milani a don Renzo Rossi, le prime due da San Donato e la terza da Barbiana. Il priore nella prima e nella terza lettera declina due inviti a partecipare ad incontri con altri sacerdoti, mentre nella seconda scrive di soffrire del suo isolamento, perché un prete cattolico isolato è "inutile come farsi una sega". La relazione di Nesi (pag. 24 e segg.), dal titolo Un credente, un ribelle nella virtù che è l’obbedienza, descrive l’incontro tra Ingrao e Milani, basato su una discussione, fatta in presenza degli allievi della scuola, riguardo al rapporto del partito comunista con gli operai e i contadini. L’opera è disponibile nell’archivio del Centro di Documentazione "Don Milani" di Vicchio.
Il lavoro è citato da Cristofanelli (1975).
Nella presentazione, l’autrice afferma che "il messaggio di don Milani è stato ascoltato, anche se non sempre può essere accettato e realizzato". La tesi della Lunardi è reperibile presso il Centro "Don Milani" di Vicchio. Relatore di essa è stata Maria Grazia Caputo.
Padre Bensi racconta l’episodio del suo primo incontro con don Milani e di come la sua decisione di divenire sacerdote sia stata resa esplicita alla vista della salma di un giovane prete. In questa stessa trasmissione il prof. Dino Pieraccioni racconta di una espressione di stima per il giovane Milani del Proposto di San Donato, don Daniele Pugi.
1972
Citato in Riccioni (1974).
L’articolo di recensione dell’azione scenica di Giovampietro è firmato C. S. "Operazioni di questo genere sono utili e necessarie per il senso di vuoto che lasciano nell’animo dello spettatore, inchiodando a precise responsabilità e scelte".
Viene ripubblicata la monografia su don Milani.
Commentando la notizia che la Curia di Firenze si apprestasse a pubblicare alcuni inediti di Milani, Balducci commenta che quella "che viene dopo che Dio ritira il pungolo con cui ci aveva messo alla prova, non è vera pace". Questo scritto verrà ripubblicato successivamente in L’insegnamento di don Lorenzo Milani, una antologia di scritti di padre Balducci raccolti a cura di Mario Gennari (1995).
Citato in Riccioni (1974).
Articolo citato in Cristofanelli (1975).
Con una breve presentazione, vengono riportati ampi stralci dal libro di Barbiana.
Annunciando che a Firenze verrà discussa una tesi di laurea sui giornali e riviste italiane ed estere che parlano di Milani, l’autore fa una scheda biografica del priore "la cui figura ha sempre suscitato ammirazione e polemiche". Riccioni (1974) attribuisce questo servizio in due parti ad autore anonimo.
Si tratta della seconda parte del servizio, che inizia dal "primo organico attacco contro Esperienze pastorali" e termina riportando la testimonianza di Ivo Nicoletti, amico della famiglia Milani, sul racconto in sintesi della propria vita che il priore fece una settimana prima di morire.
Nell’articolo si ricorda che Lettera a una professoressa ha raggiunto a New York il mezzo milione di copie di tiratura, mentre in Italia le Lettere curate da Gesualdi "stanno raggiungendo le 100.000 copie". L’autore scrive che "la spiritualità di don Milani è sorprendentemente semplice, lineare, intransigente".
Citando una espressione di R. Mazzetti, l’autore afferma che bocciare si deve: è in polemica diretta con l’articolo di F. Semi (1972), in cui si affermava che occorreva non bocciare nella scuola di base.
Citando Milani e Lettera a una professoressa, l’autore sostiene che non si deve bocciare nella scuola di base.
Viene qui pubblicato un inedito di Milani seminarista, collocabile tra il 1946 e il 1947, assieme all’annuncio del reperimento dei materiali relativi al catechismo ed al "galateo degli operai".
Con una presentazione anonima, vengono pubblicati brani del libro, dal capitolo Il sogno e la realtà.
Si tratta di una lettera a Giannelli, direttore della rivista, in cui si cerca di precisare ("si tratta di sfumature che è bene però notificare") alcuni dei punti apparsi sull’articolo di Spinoso del n° 28. Di seguito sullo stesso giornale appare la risposta da parte di G. Spinoso, sempre in forma di lettera al Direttore.
Si tratta di una lettera a Giannelli, direttore della rivista, in cui si risponde agli appunti fatti da A. Nesi (sempre con una lettera, pubblicata contemporaneamente a questa) su di un precedente articolo dello stesso Spinoso.
Citato in Riccioni (1974).
Una recensione favorevole del libro, la quale termina riportando brani della Lettera a Pipetta.
-Ą-
L’autore dedica un largo spazio a don Milani, ed indirettamente ne tratta anche alle pagine 1012-1015.
Citato in Simeone (1996). Riccioni (1974) presenta questa opera come tesi di laurea, e la colloca nel 1973.
Si tratta di due biografie scritte in parallelo da un estimatore di don Milani, ed in esse sono comprese in appendice anche due interviste: a don Bensi e ad Alice Weiss Milani. In questo libro, Fabbretti nega, erroneamente, che i due sacerdoti si siano mai scritti o incontrati (vedi pag. 145). L’opera è disponibile nell’archivio del Centro di Documentazione "Don Milani" di Vicchio.
Riporta, a pagina 157, una piccola parte del testo della Lettera ai giudici. L’opera è disponibile nell’archivio del Centro di Documentazione "Don Milani" di Vicchio.
Si tratta della ristampa, con diverso titolo, dell’altro libro di Mazzetti (1968), Don Milani e la ristrutturazione della scuola di base.
Il saggio che dà il titolo al libro è affiancato da altri due, uno su don Zeno Saltini e l’altro su Ciari. Secondo l’autore, quattro anni di contestazione consentono di rivedere, ad una certa distanza e con uno sguardo più ampio, l’opera di don Milani e il contesto in cui essa si è determinata e orientata. L’opera è reperibile presso il Centro "Don Lorenzo Milani" di Vicchio.
Il lavoro teatrale diventa un libro.
Il lavoro è citato da Cristofanelli (1975).
1973
Vi è compresa una lettera del futuro Papa, scritta al vescovo di Bergamo, monsignor Giuseppe Piazzi, in data 1° ottobre 1958, dopo la lettura di Esperienze pastorali. In essa don Milani viene definito "un povero pazzerello scappato dal manicomio. Guai se si incontra con qualche confratello della sua specie!". Questa lettera al vescovo di Bergamo appare anche in Molinari. Pecorini (1996) ne riporta alcuni brani, in una nota a pag. 333.
Breve presentazione dell’epistolario, citata in Riccioni (1974), che però la attribuisce ad autore anonimo.
Articolo citato nello schedario del Centro di Documentazione "Don Milani" di Vicchio.
Questo scritto appare nella rubrica "Vecchi preti fiorentini".
Citato in Riccioni (1974).
Recensione negativa dell’epistolario milaniano, citata in Riccioni (1974).
Citato in Riccioni (1974).
Una recensione dell’epistolario di Milani curato dalla madre.
È lo stesso articolo apparso su L’Ora di Palermo.
In questa recensione dell’epistolario, l’autore scrive che "contribuisce […] alla comprensione reale dell’animo e della vicenda interiore del prete più stimolante e ‘scandaloso’ della cristianità italiana di questi anni".
Per l’autore, Milani "passava per ‘arrabbiato, disobbediente’ e entrava molto volentieri nella schiera comoda a molti che lo catalogavano fra le tonache filocomuniste". Egli scrive anche, in questa recensione all’epistolario curato dalla madre del priore, "Fanno presto a cadere le maschere, quelle ad esempio che coprivano la storia vera, il volto autentico di don Lorenzo Milani".
Una recensione dell’epistolario curato da Alice Weiss. L’articolo è citato in Cristofanelli (1975).
Ampi brani dell’epistolario curato dalla madre del priore, con una presentazione editoriale non firmata, in cui si scrive che le lettere "ci aiutano a capire come, giorno per giorno, don Lorenzo Milani ha scelto e percorso questa strada pagandone ogni passo di persona".
Una presentazione dell’epistolario curato dalla madre.
Con una brevissima presentazione, vengono riportati l’articolo di Zizola su Il Giorno dell’8 marzo ed alcune lettere tratte dall’epistolario curato dalla madre.
Una recensione dell’epistolario curato dalla madre di Milani, definito "tutto vivo e interessante".
Citato in Riccioni (1974).
In questa recensione alle Lettere alla mamma, Fabbretti scrive che "sono lettere di abbandono, di sarcasmo, di tristezza, ma soprattutto di allegria Quasi del tutto assente […] la stagione più dolorosa, la vigilia straziante della morte".
Un’altra recensione dell’epistolario curato da Alice Weiss.
Per l’autore della recensione, Milani "è stato un precursore, ma non della contestazione, bensì dell’inserimento del sacerdote nella realtà del mondo". "Se fosse in vita sarebbe il primo a rammaricarsene, a protestare" perché il suo nome è spesso citato assieme a quelli di altri "approdati al dissenso per ribellione contro le strutture".
Recensendo l’epistolario curato da Alice Weiss, l’autore parla di "una fede singolarissima" per Milani e della sua "incredibile capacità di sorridere anche delle esperienze più atroci, che è capacità di relativizzare tutte le cose, accettandole e al tempo stesso consumandole, senza mai rimanerci rinchiuso", ed anche della sua "straordinaria aderenza alle situazioni concrete".
Un’altra recensione citata in Riccioni (1974).
Una lunga recensione. Per Del Buono, in Milani "c’era forse [...] la disponibilità all’eresia, ma neppure per sbaglio la vocazione alla santità".
Un’altra recensione dell’epistolario curato da A. Weiss.
Secondo l’autore, che scrive sul quotidiano di destra della capitale, essendo la madre di Milani atea, "il prete di Barbiana, di quelle idee ha subito violentemente il fascino" e che egli era una "personalità contraddittoria e complessa, piena di inquietudini e di angosce, di un instancabile condottiero di battaglie spesso discutibili".
Il periodico dell’estrema destra scrive, a proposito delle lettere di Milani alla madre, che vi è uno "straordinario miscuglio di affetti e politica, di diavolo e acquasanta, di comunismo e fede religiosa, di cristianesimo e giudaismo".
Recensione all’epistolario curato da Alice Milani Comparetti. "In queste lettere Milani emerge coerente con se stesso, con le sue impennate, i suoi abbandoni, la sua graffiante ironia su tutto e tutti".
Citato in Riccioni (1974).
Un’altra recensione dell’epistolario curato da A. Weiss.
Recensione a Lorenzo Milani. Lettere alla mamma. Milani "è stato prete autentico e scomodo come pochi: un inquieto anticipo sui tempi". Citato in Riccioni (1974), che lo attribuisce ad autore anonimo.
Recensione dell’epistolario milaniano, citata in Riccioni (1974).
Una presentazione dell’epistolario curato dalla madre di Milani. Citato in Riccioni (1974) e in Cristofanelli (1975). Con lo stesso titolo, l’articolo è pubblicato anche nel numero del 1° aprile de L’Esame.
Citato in Riccioni (1974).
Recensendo l’epistolario curato da Alice Weiss, l’autore definisce Milani "intellettuale certo, ma anche sacerdote esemplare nel significato primo della parola".
Citato in Riccioni (1974).
Recensione: in queste lettere alla madre, il sacerdote "appare con le sue inquietudini, le sue impennate, i suoi entusiasmi, le sue amarezze".
Recensione all’epistolario curato da Alice Milani Comparetti, con riportati brani tratti da sei lettere del priore: quelle del 14 novembre 1943, del 22 luglio 1948, del 5 agosto e del 3 ottobre 1950, del 14 luglio 1952, del 28 dicembre 1954.
Citato in Riccioni (1974).
Recensione all’epistolario curato da Alice Milani Comparetti. Citato in Riccioni (1974).
L’articolo è citato in Cristofanelli (1975).
L’autrice, in un servizio sul priore di Barbiana, riporta -sia pure con diversi tagli ed omettendo il nome del destinatario- una lettera inedita del 9 marzo 1950 di don Milani a don Bruno Brandani, in cui egli dà un giudizio assai duro sulla vita nel seminario.
Una serie di nove puntate sulla vita del priore, molto interessanti e precise, illustrate dalle fotografie di Ezio Corvina. L’opera è disponibile nell’archivio del Centro di Documentazione "Don Milani" di Vicchio.
Recensione all’epistolario curato dalla madre di Milani.
Articolo citato in Cristofanelli (1975).
Un’altra recensione dell’epistolario curato da A. Weiss.
Un’altra recensione dell’epistolario curato da A. Weiss.
Una recensione all’epistolario curato da Alice Weiss. Citato in Riccioni (1974).
Recensendo l’epistolario curato da Alice Weiss, l’autore definisce le lettere "semplici ma anch’esse rivelatrici di una anima eccezionale".
Recensione all’epistolario, citata in Riccioni (1974).
Una recensione dell’epistolario curato da Alice Weiss, "lettere di un figlio alla madre, affettuosissime, colme di una confidenza tanto più toccante quanto più virile, franca, animata da quell’ironia che negli spiriti alti testimonia il rispetto di sé e degli altri".
Recensione dell’epistolario curato da A. Weiss.
Si tratta di una recensione del libro Don Mazzolari, don Milani - I "disobbedienti", di N. Fabbretti (1972).
Recensione dell’epistolario curato da A. Weiss.
L’autore della recensione dice di Milani che "molto gli è perdonato, perché molto ha amato". In questa sede l’autore recensisce anche il libro di N. Fabbretti Don Mazzolari, don Milani: i disubbidienti.
Recensione dell’epistolario curato da A. Weiss.
Un’altra recensione dell’epistolario curato da A. Weiss.
Una recensione piuttosto ampia dell’epistolario curato da Alice Weiss.
Una recensione piuttosto ampia dell’epistolario curato da Alice Weiss.
Una lunga recensione all’epistolario pubblicato da Alice Weiss, conclusa scrivendo "abbiamo appena cominciato a scoprire don Milani di dentro".
Un altro articolo di recensione dell’epistolario curato da Alice Comparetti.
Recensione del libro di Fabbretti (1972). Per Cristini, "quando si tenterà una storia organica del cattolicesimo italiano del nostro secolo, […] non si potrà fare a meno di fare i conti con due preti eccezionali, singolari nella loro vocazione, rivoluzionari nei loro metodi e pur sempre fedelissimi al loro mandato religioso e sacerdotale". Citato in Riccioni (1974), che però non ne specifica l’autore.
Recensione dell’epistolario curato da Alice Milani.
Gesualdi (a pag. 6) ricorda di non aver mai sentito fare a Milani un’analisi marxista del sistema in cui viveva, ma di aver "lasciato lo spazio ai suoi ragazzi di potersela fare da sé". Borghi afferma che intorno agli inediti di Milani c’è il tentativo di "fare di Lorenzo un uomo che non è più scomodo, […] togliergli quella violenza per cui dovrebbe essere irrecuperabile per una chiesa istituzionale, anche se aggiornata, e che lo ha combattuto"; l’articolo è citato in Riccioni (1974) e in Cristofanelli (1975).
Il rettore del seminario scrive in replica alla terza puntata, dal titolo Nel mondo ipocrita del seminario, della biografia di don Lorenzo Milani scritta da Neera Fallaci e pubblicata a puntate su Oggi.
Recensione dell’epistolario curato da A. Weiss.
Citato in Riccioni (1974).
Citato in Riccioni (1974).
Citato in Riccioni (1974).
Citato in Riccioni (1974).
Una recensione dell’epistolario curato da Alice Weiss. Citato in Riccioni (1974).
Citato in Riccioni (1974).
Dopo aver letto Lettere alla mamma, il poeta scrisse in questa recensione che "benché in don Milani persista un moralismo malamente nascosto da una spregiudicatezza tutta nominale [...] si impone come un personaggio fraterno nel nostro universo [...]. Egli ha esercitato nei riguardi degli uomini e della società uno spirito critico [...] con una sostanziale purezza ascetica che dà al suo personaggio su questa terra un valore più grande di quello dello stesso Papa Giovanni".
La recensione è citata in Riccioni (1974).
Una lunga recensione all’epistolario curato da Alice Weiss, in cui si scrive, con riferimento al libro curato da Gesualdi, che "le due raccolte di lettere hanno in comune l’immediatezza e l’autenticità".
L’articolo è citato in Riccioni (1974).
Recensione all’epistolario di Milani curato dalla madre. L’articolo è citato in Riccioni (1974).
Recensione dell’epistolario, citata in Riccioni (1974).
Una recensione all’epistolario curato da Alice Weiss. "La personalità del prete si staglia con una fisionomia unitaria impressionante".
Si dà notizia della lavorazione del film omonimo di Pino Tosini, interpretato da E. M. Salerno.
Recensione all’epistolario curato da Alice Weiss. L’articolo è citato in Riccioni (1974).
Una recensione al libro di Zangrilli (1973c). L’articolo è citato in Riccioni (1974).
L’autrice è abbadessa di un monastero benedettino di clausura. L’articolo è citato in Riccioni (1974).
L’articolo è citato in Riccioni (1974).
Per l’autore, Milani ha una "visione teologica e pastorale anche nel campo sociale".
Si tratta di un’intervista a P. Tosini, regista del film su don Milani Un prete scomodo.
Una recensione all’epistolario curato da M. Gesualdi (1970), in cui si afferma che le "filippiche [di Milani] nei confronti del prete ‘borghese’ non sono contro il borghese in genere, ma il vuoto di cristianità che la veste e la funzione del prete ‘borghese’ nascondono e frequentemente mistificano.
Si tratta, come l’articolo precedente su Il Popolo, di una recensione dell’epistolario curato da Alice Weiss.
Per l’autore, Milani "ha una capacità di percezione, di reazione affettiva, che denotano una personalità spiccata, un tono di riflessione e chiarezza non comuni".
Nella forma di lettera aperta, una recensione del libro di G. Orlando e dell’epistolario di don Milani.
Citato in Simeone (1996).
Si tratta di una recensione del libro di Fabbretti (1972).
Recensione dell’epistolario curato da A. Weiss.
Recensione dell’epistolario curato da A. Weiss.
È una lettera del futuro Giovanni XXIII scritta a monsignor Dell’Acqua il 2 ottobre, in cui si afferma di vedere "una grossa minaccia" nel libro Esperienze pastorali di don Milani, che viene definito "un pazzo scappato dal manicomio", e per il quale si invocano "gli angeli custodi del nostro giovane clero, perché intervengano ad arrestarne il contagio". Pecorini (1996) ne riferisce in nota, a pag. 334.
-Ą-
Il libro vuole essere "un primo contributo a quella chiarificazione della figura e della persona di don Milani che i tempi e le situazioni esigono". Milani è definito "personaggio irritante, scomodo, di non facile decifrazione, di agevole strumentalizzazione; eppure limpidissimo, conseguente, senza sbavature". L’opera è reperibile presso il Centro "Don Lorenzo Milani" di Vicchio.
Volume ristampato numerose volte: nella prima edizione raccoglieva centosettantasei lettere del priore, mentre nelle edizioni posteriori al ’77 sono state aggiunte due nuove lettere, del 16 e 21 settembre 1954, numerate 73 e 74, con conseguente scorrimento di numerazione per le lettere successive. L’opera è disponibile nell’archivio del Centro di Documentazione "Don Milani" di Vicchio.
Viene citata la lettera del 2 ottobre ’58 dell’allora patriarca di Venezia, Angelo Roncalli, in cui venivano espressi pesanti giudizi su don Milani ed il suo libro Esperienze pastorali.
Oltre al riferimento diretto a Milani, alle pagine indicate, vi sono numerosi riferimenti indiretti, tra i quali quello che dà il titolo al libro. Citato anche in Simeone (1996). La seconda edizione del libro è del 1978. L’opera è disponibile nell’archivio del Centro di Documentazione "Don Milani" di Vicchio.
È il testo -fino ad allora inedito- della relazione svolta da Zangrilli, assieme a Lamberto Borghi e Idana Pescioli, a Modena, nel 1967, dopo la morte di Milani. Per l’autore "quella di Barbiana era una scuola difficilissima a farsi e ad essere compresa, dominata com’era dalla forte personalità di un maestro che non mostrava tenerezze psicopedagogiche, e se ne vantava".
L’autore scrive che non se la sentirebbe di attribuire tutte le colpe agli insegnanti, ma "non v’è dubbio che essi di colpe ne hanno molte".
Citato in Simeone (1996). Riccioni (1974) presenta questa opera come tesi di laurea, e la colloca nel 1973.
Puntata dedicata a don Milani. Alla trasmissione collaborarono Umberto Eco e Piero Nelli.
1974
Citato in Riccioni (1974).
Citato in Riccioni (1974).
È un’intervista al regista francese Manuel Cloche, autore di un film che ambienta le vicende degli Apostoli ai giorni nostri, accogliendo al riguardo un suggerimento di Milani.
Una recensione del libro di Fabbretti (1972) su don Mazzolari e don Milani.
Una recensione del libro di Lentini (1973) su don Milani.
Un’intervista a P. Tosini, che parla del suo film su Milani, Un prete scomodo.
Alcuni ricordi di un grande amico di Milani, che narra episodi della vita seminariale.
Citato in Riccioni (1974).
Citato in Riccioni (1974).
Articolo citato nello schedario del Centro di Documentazione "Don Milani" di Vicchio.
Fa riferimento al film su Milani di P. Tosini.
Articolo citato nello schedario del Centro di Documentazione "Don Milani" di Vicchio.
Si tratta di un’intervista al pittore H. J. Staude, del quale Milani fu allievo.
Articolo citato nello schedario del Centro di Documentazione "Don Milani" di Vicchio.
Si fa riferimento al film di P. Tosini su Milani, Un prete scomodo.
Articolo citato nello schedario del Centro di Documentazione "Don Milani" di Vicchio.
Un articolo simile apparirà il 31 luglio su La Gazzetta del Popolo.
L’articolo riprende quello apparso il 28 luglio su Politica.
Articolo citato nello schedario del Centro di Documentazione "Don Milani" di Vicchio.
Una recensione del libro della Fallaci su don Milani.
Si riferisce al film di P. Tosini, Un prete scomodo.
Si riferisce al film di P. Tosini, Un prete scomodo.
Una recensione del libro di N. Fallaci su don Milani.
Un’intervista a E. M. Salerno, interprete del film di P. Tosini, Un prete scomodo.
Si tratta delle recensioni ai libri della Fallaci (1974) e di G. Bruni (1974). L’articolo è citato in Cristofanelli (1975).
Si riferisce al film di P. Tosini, Un prete scomodo.
Articolo citato nello schedario del Centro di Documentazione "Don Milani" di Vicchio.
In questa rassegna stampa sono riportati gli articoli di G. Zizola sul Il Giorno del 15 agosto e di C. Frezzi sul n° 31 del settimanale Tempo.
Una recensione del libro su don Milani.
Una intervista-recensione del libro su don Milani.
Ancora una recensione all’opera di Fabbretti.
Una lunga recensione del libro della Fallaci. A proposito di Lettera a una professoressa, l’autore scrive che "certamente le nuoce la contestazione in blocco del sistema scolastico […] e, insieme, dei docenti che di tale sistema sono in gran parte anch’essi vittime".
Articolo citato nello schedario del Centro di Documentazione "Don Milani" di Vicchio.
Articolo citato nello schedario del Centro di Documentazione "Don Milani" di Vicchio.
Una recensione del libro della Fallaci su don Milani.
L’autore sostiene che "anche per gli scritti di don Milani è invalso il discutibile metodo delle pubblicazioni sparse e non integrali". Vengono qui presentati criticamente sia il film di P. Tosini sul priore che la biografia scritta da N. Fallaci.
Una recensione del libro su don Milani.
Una recensione del libro della Fallaci (1974) su don Milani.
Una recensione del libro della Fallaci su don Milani.
Si tratta delle recensioni dei libri di Bruni (1974), Lentini (1973) e Fallaci (1974).
Una recensione della biografia di don Milani.
Si tratta del film di P. Tosini.
Ancora sul film di P. Tosini.
Una breve recensione del libro della Fallaci su don Milani.
Si tratta del film di P. Tosini.
Una recensione del libro della Fallaci (1974) su don Milani.
Citato in Simeone (1996). L’articolo è disponibile in copia presso l’archivio del Centro di Documentazione "Don Milani" di Vicchio.
Una recensione del libro della Fallaci.
Ancora una recensione del libro della Fallaci su don Milani.
L’autore ricorda come una volta, a Barbiana, poté "assistere a un lavoro critico condotto da don Milani e dai suoi ragazzi su un articolo: la critica era esercitata con un impegno filologico impietoso". Citato in Cristofanelli (1975) e in Calicchia (1990).
L’autore scrive che Milani "amò socraticamente la legge, anche quando essa gli parve non corrispondere all’ideale modello di giustizia che portava nel cuore".
Una recensione del libro della Fallaci su don Milani.
Articolo citato nello schedario del Centro di Documentazione "Don Milani" di Vicchio.
Una recensione del libro della Fallaci su don Milani.
-Ą-
È il primo tentativo di ricerca sistematica condotta su documenti, attorno alla figura di Milani. In appendice è pubblicato uno scritto di R. Rossi, Ricordi su don Milani, con sei lettere del priore (pag. 198-202), ed una riflessione di Gian Carlo Melli. L’opera è disponibile nell’archivio del Centro di Documentazione "Don Milani" di Vicchio.
L’opera è citata da Cristofanelli (1975).
L’autrice riprende gli articoli già pubblicati a puntate su Oggi, ampliandoli ed arricchendoli con una ricca documentazione fotografica. A detta di Giorgio Pecorini (1996) si tratta dell’unica biografia esistente che sia "completa e attendibile". L’autrice non si è accontentata di ricostruire l’arco dell’esistenza del priore di Barbiana, ma ha inquadrato gli avvenimenti nel particolare clima sociale e politico in cui si svolsero, aiutando così a meglio capire la forza profetica di alcune idee di Milani. Il libro è ricco di fotografie e riproduzioni di documenti originali, alcuni dei quali sono cimeli preziosi e rari; in appendice (pag. 511-593) sono stati aggiunti numerosi documenti inediti. Il libro ha vinto il premio letterario Campione d’Italia 1975. Anche G. Battelli (1981) segnala questo libro per la sua attendibilità. Nel 1977 ha avuto una quarta edizione riveduta, corretta e aggiornata, a cui sono state aggiunte 52 lettere inedite, mentre nel 1993 esso è stato ristampato nella BUR con le due parti del titolo invertite ed una postfazione di Mario Gennari. L’opera è disponibile (in edizione 1977) nell’archivio del Centro di Documentazione "Don Milani" di Vicchio.
Una ricerca preziosa per chiunque voglia svolgere uno studio approfondito sul priore di Barbiana. Si tratta di una prima bibliografia degli scritti di don Milani che include l’elenco dei pochi articoli pubblicati tra il ’50 e il ’56, oltre ad un indice degli articoli usciti dal ’51 al ’74 sul priore, sui suoi scritti e sulle sue due scuole. Tra questi è stata operata una scelta e sono stati qui riportati, in una breve antologia critica, quelli ritenuti più significativi. Viene trascritto anche l’articolo pubblicato in Comunità con il titolo Uno scontro, nel quale Gigi Ghirotti (1967) ricorda il proprio incontro con don Milani. L’opera è disponibile nell’archivio del Centro di Documentazione "Don Milani" di Vicchio.