A fare oricello, che è color ch'adoprano per tinger i drapi di paonazzo fino e in pochissimi luoghi d'Italia si sa fare.
Primamente piglia l'erba da far oricello, la quale erba vien di Levante, e si trova quasi per tutte le città grosse, e è fatta longhetta; e sottile come capelli o filato: e nettata bene da alcune pietre, o oltre bruttezze che suole haver per dentro, passandola per crivello o setaccio di corde largo.
Di quest'erba così netta pigliane una libra e mettela in un mastello di legno, e spruzzala o bagnala con un poco di orina. Poi habbi sale armoniaco, salgemma, e salnitro, di
ciascuno due once, e sieno in polvere sottilissima, e buttala sopra detta erba, e rimenala molto bene, e così lasciala per otto giorni, rimenandola ogni giorno due volte molto bene. Poi dalle un poco di orina, tanto che l'erba ne sia tutta bagnata, ma non che l'orina l'avanzi sopra, e lasciala otto altri giorni
rimenandola due volte al dì come prima. Poi habbi cenere abbruciata o calcinata, di quella che adoprano i tintori per il lor colori, e sia ben setacciata, e per ogni libra della sopradetta erba vogliono essere due libre, e otto once di quella cenere, e mescola molto bene insieme.
Poi subito dalle una libra e meza d'orina, la quale per alcuni giorni sia stata riserbata in una pignatta o altro vaso, e così rimenala molto bene, e lasciala così per altri giorni, rimenando sempre due volte il giorno.
Poi dalle altre tanta orina come prima, cioè, altre due lib. e otto once o due libre e meza, e lascia per sei o sette altri giorni, che in tutto verrà a esser stata intorno ad un mese, tenendola sempre rimenata due volte il giorno come s'è detto. In ultimo per ogni libra d'erba le darai un quarto d'oncia d'arsenico,
ben rimenando, e di lì a due giorni, o tre vedrai di sopra una certa cosa come schiuma di molti bellissimi colori,
la qual cogli diligentemente con un cocchiaro, e riserbala da per se in un vaso di vetro nettamente, che è il fiore dell'oricello, e è nobilissimo colore per miniare, scrivere, dipingere e fiorire. Poi tutto il resto, cioè l'erba, l'orina, e la cenere sono l'oricello bellissimo che adoprano i tintori, lasciala così sempre in
quel mastello fin che sia, liquido, e si adopra l'orina, e tutto, e quando poi è secco si serba così in pani. Et perché non si corrompa stando nel mastello, se gli viene ogni quindeci giorni dando un poco d'arsenico, che conserva, dà il lustro, e lo mantiene bellissimo.
Fasci ancora questo oricello di verzino. Ma questo è sofistico e falso e le tinture fatte con esso, non durano, e perdono di colore. Ma il sopradetto fatto con l'erba, è color finissimo, e si chiama paonazzo di grana perfettissimo.
Questa pagina è stata curata da Marco Moraccini, con la collaborazione di sua moglie Anna Satti e della figlia Serena Eva
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